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      A chi sorride ella mai? - Oscura quistione, di fronte alla quale il destino si vela quando, nei giorni di sciagura, i popoli sanguinanti restano silenziosi. - Ma intuonate nuovi canti, rialzate le vostre fronti abbattute, - il suolo ne genererà altri, come fece in tutti i tempi. (Pausa generale; la musica cessa.)
      ELENA(a Faust). Il mio esempio, ahimè! giustifica quest'antico detto: Fortuna e bellezza non stanno per lungo tempo congiunte. Il legame della vita e quello dell'amore, sono spezzati; io rimpiango l'uno e l'altro, dico loro un doloroso addio, e cado nelle tue braccia un'ultima volta. Prendi, o Persefone, il fanciullo e prendi pure con esso la madre. (Abbraccia Faust; la spoglia terrena svanisce; le sole vestimenta ed il velo rimangono tra le braccia dello sposo.)
      LA FORCIDE. Tieni bene ciò che ti rimane di essa; procura che almeno le vesti non ti sfuggano. Già i demoni se le strappano di mano, e vorrebbero trascinarle nel mondo sotterraneo. Tien saldo! esse non sono più la dea che tu perdesti; sono però qualche cosa di divino. Tira profitto del favore sublime, inapprezzabile, e ti solleva in alto; finché potrai reggere, esse ti trasporteranno in aria, al disopra delle cose basse e volgari. Ci rivedremo lontano, ben lontano di qui! (Le vesti di Elena si sciolgono in nebbia, e circondano Faust; passano oltre, trasportandolo per le regioni dello spazio. La Forcide leva di terra la tunica d'Euforione, il mantello e la lira, s'avanza verso il proscenio, e spargendo quelle spoglie, dice:)


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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