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      La fantasmagoria non genera un bene duraturo. In quanto a me, non so in qual modo cangiare le sorti del combattimento. Essi l'hanno cominciato, ed ora lo finiscano; io depongo il bastone del comando.
      L'IMPERATORE. Conservalo per gl'istanti migliori che la fortuna ci può portare. Questo orrido compare mi fa abbrividire lui e la sua famigliarità coi corvi. (A Mefistofele.) Non posso affidarti il bastone del comando; non mi sembri uomo che possa convenire. Comanda però e procura di salvarci! Avvenga ciò che può! (Si ritira nella tenda col Generale in capo.)
      MEFISTOFELE. Che il suo bastone di legno lo ajuti! in quanto a noi, egli ci avrebbe portato un ben mediocre soccorso. Vidi sulla sua cima qualche cosa di simile ad una croce.
      FAUST. Che fare?
      MEFISTOFELE. Tutto è già fatto. - Su, miei neri cugini, siate pronti a servirci! al gran lago della montagna! Salutate a nome mio le Ondine, domandate loro l'apparenza dei loro flutti. Esperte in ogni specie d'artifizi femminili difficili a conoscersi, esse sanno separare l'apparenza dalla realtà, ad un punto tale che tutti sono tratti in inganno. (Pausa.)
      FAUST. I nostri messaggieri hanno dovuto fare in tutta regola la loro corte alle ninfe delle acque; perché laggiù i flutti cominciano già a scorrere.
      Qua e là, sul granito arido e nudo, si riversò una massa d'acqua abbondante e viva. La vittoria del nemico è andata in fumo.
      MEFISTOFELE. Ecco una strana accoglienza: i più intrepidi all'assalto se la danno a gambe.
      FAUST. Già il ruscello si congiunge ai ruscelli, e le acque ingrossate si slanciano dalle fessure della roccia.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





A Mefistofele Generale Ondine Pausa