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      L'ARCICOPPIERE. Sire, gli adolescenti, purché si abbia fiducia in loro, diventano uomini assai più presto di quanto si pensi. Ed io mi vedo in mezzo a questa gran festa; io dispongo con magnificenza la credenza imperiale, la copro con vasellame di gran prezzo, d'oro e d'argento; ma io scelgo per te la coppa incantatrice di un puro cristallo di Venezia in fondo alla quale è riposta ogni felicità, coppa che dà al vino un sapore più piccante e ne tempra i principii inebbrianti. Spesso fidiamo troppo nel potere di simili talismani; la tua sobrietà, sire, è però la miglior garanzia.
      L'IMPERATORE. A quali cariche io vi abbia destinati in quest'ora solenne, voi l'udiste in confidenza dalla mia bocca infallibile. La parola dell'imperatore è potente e vi assicura il benefizio; e ciononostante, perché all'atto autorevole nulla manchi, occorre ancora il titolo uffiziale, la firma. Per redigerla colla voluta forma, ecco l'uomo indispensabile che viene a proposito. (Entra l'Arcivescovo.) Ciò che una volta fu commesso alla tua chiave, resta incrollabile per secoli e secoli. Tu vedi qui quattro principi! Noi abbiamo testé concertato insieme la costituzione della nostra casa imperiale. Ora poi, tutto ciò che questo impero comprende nel suo seno, voglio che si appoggi su cinque personaggi con forza e potenza. Voglio ch'essi siano primi fra tutti per possessi, e per ciò io aumento da quest'istante la distesa dei loro dominii col patrimonio di coloro che si sono separati da noi. A voi, o miei fidi, assegno belle borgate, aggiungendovi il sovrano diritto di stendervi più lontano ancora, secondo l'occasione, sia per eredità, acquisto o scambio.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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