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      Voi avete dunque il possesso intero e libero, a patto però ch'esso resterà indivisibile, ed in qualunque modo voi accresciate i beni da me ricevuti, al solo primogenito sarà dato di ereditarli.
      L'ARCICANCELLIERE. Vado tosto, tutto lieto ad affidare alla pergamena questo decreto importante, per la felicità dell'impero e per la nostra. Il farne la copia e l'apporvi il suggello imperiale sarà il compito della cancelleria. E tu, o sire, ti degnerai di confermare l'atto colla sacra tua firma.
      L'IMPERATORE. Ed ora vi do' commiato, affinché ognuno di voi possa nel raccoglimento meditare su questo grande giorno. (I principi temporali si allontanano.)
      IL PRINCIPE DELLA CHIESA (parlando con enfasi). Il cancelliere si allontana, il vescovo rimane, un grave presentimento lo spinge vicino al tuo orecchio, per avvertirti del pericolo; il suo cuore paterno trema ansioso ed affannato per te.
      L'IMPERATORE. Quali angosce possono dunque straziarti in quest'ora di gioja? Parla!
      L'ARCIVESCOVO. Con quanta amarezza e dolore non vedo io in quest'ora, il sacro tuo capo in alleanza con Satana! Assicurato è vero, da quanto pare, sul trono; ma ahimè! a dispetto di Dio nostro signore, a dispetto del santo padre. Se lo sapesse il papa, egli t'imporrebbe subito un terribile castigo, e la sua santa folgore annienterebbe il tuo impero, impero del peccato; perché egli non ha ancora dimenticato come nel giorno della tua incoronazione, tu salvasti lo stregone. Il primo raggio di grazia, splendente dal tuo diadema, andò a posarsi a danno della cristianità su quella testa maledetta!


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Satana Dio