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      Nel giardinetto
     
     
      A tavola in tre.
     
      BAUCI (allo straniero). Tu stai silenzioso ed immobile senza portare il boccone alla tua bocca aperta!
      FILEMONE. Egli vorrebbe sapere qualche cosa del prodigio; tu che parli così volontieri, narragli l'accaduto.
      BAUCI. Sì, fu proprio un prodigio! ed oggi ancora ne sono tutta commossa ed affannata; perché dal modo col quale tutto ciò accadde non mi può pronosticar nulla di bene.
      FILEMONE. L'imperatore ha egli forse commesso un delitto assegnandogli questa spiaggia? Non venne forse un araldo a proclamare pubblicamente il suo decreto? Le prime tracce furono prese non lungi dalla nostra duna, - e là furono elevate tende e capanne! - ed in breve tempo fu fabbricato un palazzo in mezzo al fogliame.
      BAUCI. Durante il giorno gli operai si affannavano invano, con pale e picconi, raddoppiando rumorosamente colpi su colpi; durante la notte poi si vedevano serpeggiare qua e là vive fiammelle e l'indomani ecco vi era un argine bell'e fatto. Il sangue umano era senza dubbio sparso in sacrifizi; tanto e così forti grida angosciose si udivano. L'onda incandescente scorreva verso il mare ed allo spuntar dell'alba vi era un grande canale. Gli è un empio; la nostra capanna il nostro boschetto gli fanno gola, e li adocchia con tanta avidità che lo vedi aggirarsi a noi vicino ed a noi poveretti ci tocca sottometterci.
      FILEMONE. Egli ci ha però offerto una bella terra nel nuovo paese!
      BAUCI. Non aver fiducia nel suolo rubato alle acque: conserva la tua casetta sull'altura.
      FILEMONE. Andiamo alla cappella a contemplare l'ultimo raggio del sole.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358