Pagina (333/358)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Toccava dunque a voi, o miei occhi, di fare una simile scoperta! Perché mi fu dato di spingere lo sguardo così lontano? La piccola cappella crolla ad un tempo sotto la caduta ed il peso dei rami; acute fiamme serpeggiano già intorno alla cima degli alberi. I ceppi vuoti e scavati s'infiammano fino alla radice, mostrando una tinta rossastra. (Lunga pausa. Canto.)
      Il paesello così bello allo sguardo si è dileguato coi secoli.
      FAUST (alla finestra che dà sulla duna). Quali lamentevoli accenti scendono dall'alto! grida e gemiti giungono troppo tardi qui. La mia sentinella si duole, e questo dolore mi conturba il fondo dell'anima. La piantagione dei tigli è annientata, non ne rimane altro che un orribile mucchio di rami riarsi e consunti; ma noi avremo fra poco un belvedere dal quale l'occhio si spingerà nell'infinito; da quella parte vedrò pure la nuova dimora di quella vecchia coppia, che nel sentiménto della mia magnanima clemenza, passerà in pace i suoi ultimi giorni.
      MEFISTOFELE ED I TRE (dal basso). Noi ritorniamo di gran corsa. Perdonate! le cose non riuscirono troppo bene.
      Abbiamo bussato a quell'uscio, ma non venivano mai ad aprire: allora abbiamo atterrato l'uscio, il quale tutto rosicchiato dai tarli cadde sul pavimento. Abbiamo avuto un bel chiamare, minacciare, ma o non ci udivano o facevano mostra di non sentire; noi allora senza perder tempo te ne abbiamo liberato. La coppia non ha opposto una gran resistenza; essi caddero estinti e ciò fu cagionato dallo spavento. Un forestiere che si trovava colà e che cercò di resisterci, fu da noi freddato, e durante il breve intervallo scorso nel furioso combattimento, i carboni accesero la paglia sparsa intorno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Lunga