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      LA MISERIA. La Miseria non si separò mai da voi.
      A TRE. Le nubi girano nel cielo e col loro velo nero nascondono il tremante fulgore delle stelle. Avanti, avanti dunque! Ecco laggiù, laggiù compare da lontano la nostra sorella: la Morte viene.
      FAUST (nell'interno del palazzo). Ne vedo fuggire tre sole, eppure esse arrivarono qui in quattro. Le loro voci mi erano sul principio sconosciute, mi sembrava ch'esse dicessero: - Miseria - Affanno, e che gridassero più forte: - Morte, Morte! Si udivano tenebrose e profetiche parole, e perciò tento invano di calmare il mio spirito sconvolto. E tu, o magia, ti avrò dunque sempre sui miei passi? tu che mi segui come un'ombra? Oh! quando potrò io dimenticare le tue innumerevoli formole e quegli scongiuri in cui ebbi tanta fiducia? O natura, fossi io un uomo dinanzi a te; la vita sarebbe per me una suprema voluttà. (Pausa.)
      Un uomo! Ah! me infelice! Non lo era io forse un tempo prima che io avessi maledetto con orribile bestemmia la terra, il mondo e me stesso? prima di aver tentato di scrutare nelle tenebre? L'aria è così piena di terrori e di forme insensate che sarebbe vana ogni speranza di fuggirle. Se durante il giorno i tuoi pensieri trovano una breve calma, la notte si affretta a giungere coi suoi mille e mille fantasmi. Nella serena notte d'aprile al raggio amico della luna, tu ritorni gajo e felice dai campi. Si ode l'uccello cantare fra i rami ed ora che canta egli mai? Pianto e sventura! La superstizione ci circonda senza posa, ci avverte e ci parla in segreto!


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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