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      Allora non tarderei ad esclamare: Sii lenta a scorrere, o vita, bella come ti mostri! La traccia della mia giornata terrestre non può essere inghiottita dall'Eunoè. - Nel presentimento di una simile e sublime felicità, io assaporo ora la gioja di quell'ora ineffabile. (Cade bocconi; i Lemuri lo prendono e lo coricano sul terreno.)
      MEFISTOFELE. Nessuna voluttà lo sazia, nessuna felicità può soddisfarlo; egli insegue nella sua demenza forme impalpabili; l'ultimo istante, misero ed abbietto, l'infelice vorrebbe abbrancarlo perchè non passi: ma colui che parve sì coraggioso nel resistermi, vien trascinato dal tempo; il vegliardo giace là sulla nuda terra, - l'orologio si ferma.
      IL CORO. L'orologio si ferma! egli è silenzioso come l'ora di mezzanotte! L'ago cade.
      MEFISTOFELE. Cade, e tutto è consumato.
      IL CORO. Tutto è finito.
      MEFISTOFELE. Finito! stupida parola! Perché finito? finito e nulla sono la stessa cosa. - Che cosa significa dunque l'eterna creazione, se tutto ciò che venne creato deve ridursi nel nulla! - Là tutto è finito! - Che cosa si deve concludere da ciò? che è né più né meno come se non fosse mai stato, eppure ciò s'agita e si muove come se fosse qualche cosa. In fede mia, io preferisco il mio eterno vuoto.
      CANTO FUNEBRE.
      UN LEMURE (solo). Chi mi preparò una casa sì malsana a gran colpi di vanga?
      I LEMURI (in coro). Questo asilo è ancora troppo bello per chi fu fasciato nel ruvido lino.
      UN LEMURE (solo). Quale atmosfera densa e muta! dove sono gli arnesi domestici?
      I LEMURI (in coro). Erano d'altri; e quando il fitto fu scaduto, il padrone venne a riprenderli.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Sii Eunoè Cade Lemuri