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      Il Cuvier, allo incontro, sembra aver concepito una opinione poco favorevole dei nostri lavori in questo genere; perchè egli dice nella sua nota del 5 aprile: «Io so che per taluni havvi dietro questa teoria degli analoghi, almeno confusamente, una altra teoria antichissima, confutata da lungo tempo, ma che alcuni tedeschi hanno riprodotto a profitto del sistema panteistico chiamato Filosofia della natura.»
      Se si volesse fare un commentario letterale di questo paragrafo affine di chiarirne il senso, e rendere evidente a tutti il candore e la santa buona fede dei filosofi della natura di cui la Germania si vanta, ci vorrebbe probabilmente un volumetto in ottavo. Io cercherò adunque di arrivare alla meta per una via più breve.
      La situazione dei signor Geoffroy-Saint-Hilaire è tanto malagevole, che egli deve far plauso agli sforzi dei dotti tedeschi e tenersi per avventurato della certezza che essi partecipano ai suoi convincimenti e camminano per la medesima strada e che egli può fare assegnamento sulla loro approvazione riflessiva, e all'uopo sul loro giovevole appoggio. Perchè i nostri vicini d'Occidente, in generale, non hanno avuto ragione di pentirsi dello avere imparato a conoscere, in questi ultimi tempi, le idee e le ricerche dei tedeschi.
      I naturalisti citati in questa occasione sono Kiélmeyer; Meckel; Oken, Spix, Tiedemann; nello stesso tempo si fa risalire a trenta anni indietro la parte che io ho preso a questi studi; ma posso bene affermare che da cinquanta anni io dò opera ad essi ardentemente.


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Principi di filosofia zoologica e anatomia comparata
di Johann Wolfgang Goethe
Editore Perino Roma
1885 pagine 87

   





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