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      Nei due primi capitoli della mia Ottica, ho cercato di formare una serie di sperimenti congeneri, i quali si toccano immediatamente, per modo che, quando siano considerati nel loro complesso, non formano, propriamente parlando, che uno sperimento solo, e non sono che una sola osservazione, presentata in mille diversi aspetti.
      Una osservazione che per tal modo ne contiene parecchie è evidentemente di un ordine più elevato. È l'analogia della formola algebrica che rappresenta migliaia di calcoli aritmetici isolati. Il naturalista ha questa alta missione di arrivare a così fatti sperimenti di un ordine elevato, e ciò è ben dimostrato dallo esempio degli uomini più rimarchevoli nelle scienze.
      Questo metodo prudente, che consiste nel procedere di punto in punto, o piuttosto nel trarre delle conseguenze le une dalle altre, ci viene dai matematici; e, sebbene noi non facciamo uso di calcoli, dobbiamo sempre procedere come se dovessimo rendere conto dei nostri lavori a un geometra severo e rigoroso. Il metodo matematico, che procede assennatamente e limpidamente, fa vedere all'istante se in un ragionamento si tralasciano degli intermediari. Le sue dimostrazioni non sono che degli svolgimenti circostanziati, i quali devono far vedere che gli elementi del complesso che esso presenta esistevano precedentemente e che la mente umana avendoli compresi in tutta la loro estensione, li aveva giudicati esatti e incontestabili per ogni rispetto. Perciò le dimostrazioni non sono tanto argomenti, come piuttosto esposizioni, ricapitolazioni.


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Principi di filosofia zoologica e anatomia comparata
di Johann Wolfgang Goethe
Editore Perino Roma
1885 pagine 87

   





Ottica