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      L'istoria dell'arte, del sapere e della scienza, ci ha conservato più di un tentativo intrapreso per fondare e perfezionare questa dottrina che chiamerò Morfologia. Vedremo nella parte storica in quante diverse forme questi tentativi siano stati intrapresi.
      Il Tedesco, per esprimere il complesso di un essere esistente, adopera il vocabolo forma (Gestalt); adoperando questo vocabolo, egli fa astrazione dalla mobilità delle parti, ammette che quel tutto il quale risulta dallo adunamento delle parti che si convengono, porta un carattere invariabile ed assoluto.
      Ma, se noi esaminiamo tutte le forme, e in particolare le forme organiche, troveremo in breve che non havvi nulla di fisso, di immobile, nulla di assoluto, ma che tutte sono condotte in un continuo movimento; ecco perchè la lingua tedesca ha il vocabolo formazione (Bildung), che si dice tanto di ciò che è già stato prodotto, come di ciò che sarà prodotto poi.
      Dunque, se vogliamo creare una Morfologia, non dobbiamo parlare di forma; e se noi adoperiamo questo vocabolo, esso per noi non sarà altro che il rappresentante di una nozione, di una idea, o di un fenomeno realizzato ed esistente soltanto pel momento.
      Ciò che si è venuto formando si trasforma subito, e per avere un'idea vivente e vera della natura, noi la dobbiamo considerare come sempre mobile e mutevole, prendendo per esempio il modo in cui essa procede con noi stessi.
      Se, mercè lo scalpello, noi separiamo un corpo nelle sue differenti parti, e queste nuovamente nelle loro parti costituenti, finiremo per arrivare agli elementi che sono stati indicati col nome di parti similari.


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Principi di filosofia zoologica e anatomia comparata
di Johann Wolfgang Goethe
Editore Perino Roma
1885 pagine 87

   





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