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      Se dunque non č dimostrata nč sostenibile, nemmeno la dottrina di Gerlach, la quale tuttavia nella moderna fase istologica ebbe per sč i primi onori, quale sarą il finale contegno e la significazione dei prolungamenti protoplasmatici?
      Alla risposta che ormai io credo di poter dare a tale quesito, stimo utile far precedere le osservazioni seguenti:
      1.° Se v'ha processo che avrebbe potuto permettere di vedere il passaggio dei prolungamenti protoplasmatici nella rete fondamentale, esso sarebbe quello della colorazione nera, il quale, per finezza dei risultati, lascia a grandissima distanza tutti i metodi adoperati da Gerlach e dagli altri, che asserirono aver veduto il passaggio dei prolungamenti in questione nella rete diffusa; ora un tal metodo appunto ci permette di seguire i prolungamenti protoplasmatici fino a grandissima distanza dalla loro origine e di vederli ramificati dicotomicamente fino a considerevole finezza; ma giammai fa rilevare qualche cosa che pur faccia sospettare essi passino a formare il supposto reticolo. Anzi, lungi dall'assumere aspetto che li faccia assomigliare alle fibrille nervose primitive, od alle diramazioni del prolungamento nervoso, essi costantemente conservano il loro aspetto granuloso ed il loro particolare modo di decorrere e di ramificarsi, affatto diverso da quello delle fibre nervose.
      2.° Nella direzione delle ramificazioni dei prolungamenti protoplasmatici, anzichč verificarsi una tendenza a portarsi nelle localitą dove esistono delle fibre nervose, piuttosto si nota che prevalentemente esse portansi in localitą, nelle quali le fibre mancano assolutamente.


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Sulla fina anatomia degli organi centrali del sistema nervoso
di Camillo Golgi
pagine 300

   





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