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      Che dalle innumerevoli suddivisioni risulti, mediante complicate anastomosi, una rete nello stretto senso della parola, e non un semplice intreccio, è cosa assai probabile; si sarebbe anzi portati ad ammetterlo dopo l'esame di alcuni miei preparati; però che ciò sia veramente lo stesso fatto dell'estrema complicazione dell'intreccio non permette di assicurarlo.
      Fra i dettagli che si riferiscono al contegno dei prolungamenti nervosi, voglio notare infine che molti di essi, col somministrare rami, acquistano il maximum di finezza possibile buon tratto prima di arrivare in mezzo alle fibre nervose, e che arrivate a tale estremo di finezza dividonsi in 3-, 4-, 5 filuzzi, i quali, alla lor volta ramificandosi, si confondono colla rete diffusa di cui sopra ho fatto parola.
      È pur degno di nuova speciale considerazione il fatto, che da un numero non insignificante di cellule nervose, massime delle parti profonde della corteccia, il prolungamento nervoso nè emana da quella parte del corpo cellulare che è rivolta verso la sostanza bianca, nè dirigesi poi verso questa, ma va nell'opposta direzione presentando vicende analoghe a quelle testè accennate, vale a dire si decompone in filamenti di 2.°-3.°-4.° ordine, i quali entrano a far parte dell'intreccio generale sopra descritto.
      Sembra infine che nella corteccia cerebrale (e probabilmente nella sostanza grigia dei centri nervosi in generale) si possano distinguere due tipi di cellule gangliari, cioè:
      I. Cellule gangliari (Tav. I.a fig. 1, 3, 4, 6; Tav.


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Sulla fina anatomia degli organi centrali del sistema nervoso
di Camillo Golgi
pagine 300

   





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