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      L'estrema sua finezza rende assai difficile il poterne studiare l'andamento; tuttavia in qualche caso l'ho veduto emettere dei fili laterali e talvolta ho anche potuto verificare la sua inserzione a fibre nervose attraversanti lo strato. Quindi anche riguardo a queste cellule posso dire di aver constatata la loro connessione colle fibre derivanti dalla parte profonda delle circonvoluzioni.
      Più limitata è la storia dei prolungamenti protoplasmatici. Dopo alcune suddivisioni dicotomiche, i singoli rami, a non molta distanza dal punto d'origine, terminano in modo che è piuttosto difficile a descriversi; l'impressione che si ha, osservando i preparati più fini, è che essi prolungamenti si decompongano in un fino ammasso granuloso, e sembra altresì, che nello stesso ammasso di granuli concorrano, identicamente decomponendosi, i prolungamenti analoghi di altri vicini granuli.
      Cellule nervose grandi dello strato granulare. Ne trovai di due diversi tipi, cioè di forma fusata (V. Tav.ª IX.ª) e di forma globosa o poligonare con angoli arrotondati (Tav.ª V.ª VIII.ª e X.ª).
      Le prime le rinvenni quasi esclusivamente nel cervelletto dell'uomo e sono sempre scarse ed isolate. Quanto a situazione esse non presentano norme fisse, esistono cioè tanto nella zona più periferica dello strato, immediatamente al di sotto dello strato molecolare, quanto nella zona profonda e nelle intermedie. Il loro diametro in larghezza è di circa 20µ, quello in lunghezza è indeterminato, giacchè il loro corpo passa gradatamente nei prolungamenti dei due poli.


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Sulla fina anatomia degli organi centrali del sistema nervoso
di Camillo Golgi
pagine 300

   





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