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      Esse, egli asserisce, sono semplicemente immerse (noyèes) nel protoplasma, e se nelle preparazioni fatte col mezzo del liquido di Müller non si può distinguer nulla, questo unicamente dipende da ciò, che, dopo l'azione di quel reattivo, il loro indice di refrazione è presso a poco eguale a quello della sostanza che le avvolge. Precisa poi, entrando nei particolari della descrizione, che le fibre le quali attraversano le cellule della nevroglia non vi seguono sempre un decorso rettilineo, ma molte di esse vi descrivono delle curve e vi si trovano ripiegate ad ansa; Ğla massa del protoplasma nelle stesse cellule, egli aggiunge, qualche volta invia sulle fibre che se ne sviluppano delle espansioni, le quali generalmente tendonsi fra esse fibre come una membrana interdigitale, altre volte le circondano a guisa di manichetto; di frequente due fibre contenute nello stesso manichetto si separano in seguito in modo tale che si potrebbe credere ad una divisioneğ.
      Così, secondo Ranvier, si spiegherebbero le diverse apparenze sotto cui si possono presentare le cellule della nevroglia, e sarebbe pur spiegato il fatto che alcuni descrivono delle suddivisioni dei prolungamenti cellulari, mentre altri le negano. In ogni caso le suddivisioni non sarebbero che apparenze.
      All'opinione da Ranvier formulata nel 1873, che, riguardo alla forma che ai rapporti, gli elementi cellulari che prendono parte alla formazione dello stroma di sostegno dei centri nervosi, debbano rientrare nello schema del tessuto connettivo ordinario, fra i moderni istologi si avvicina lo Schwalbe(36), nella cui descrizione scorgesi molta spiccata la tendenza a mettere in accordo le antiche descrizioni della nevroglia con alcune fra le moderne idee e conoscenze intorno alla medesima.


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Sulla fina anatomia degli organi centrali del sistema nervoso
di Camillo Golgi
pagine 300

   





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