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      .. Sto qui in piedi tutta la notte... Io sto qui, mentre in casa mia moglie è ammalata ed i bimbi non sono sorvegliati... ne ho tre... Posso dire che do il mio sangue per trenta rubli al mese... l'ho ben detto a Fiòdor Pàvlovitsc, allorchè accettava Gvosdef come operaio nella tipografia: «Fiodor Pavlovitsc, dicevo io, conosco Nicolka da bambino, e devo dirvi che Nicolka è un burlone ed un ladro, un uomo senza un bricciolo di coscienza. È già stato davanti al giudice conciliatore, dicevo io; ed è anche stato in carcere....
      - Perchè ci è stato? chiese il redattore con aria pensosa, senza guardare l'impaginatore.
      - Per dei colombi... cioè, non già per i colombi, ma per aver rotto delle serrature. In una sola notte, ha rotto le serrature nelle porte di sette colombai.... ed ha ridato la libertà a tutti i colombi!.. Anch'io ne avevo un paio... erano grigi... uccelli rari... ed anch'essi si sono perduti.
      - Ha rubato? domandò l'amministratore con curiosità.
      - No, non è quella la sua partita. È stato giudicato anche per furto; ma è stato dichiarato innocente. Non è un ladro, è semplicemente un burlone.... Ha fatto prendere il volo ai colombi, ed eccolo contento, - e si burla di noialtri che abbiamo la passione dei colombi... L'hanno già bastonato più d'una volta - ed una volta ha avuto una batosta tale che ha dovuto andare all'ospedale... Ma appena uscito, eccolo che ha fatto venire una quantità di diavoli nella stufa di una mia comare.
      - Di diavoli? domandò l'amministratore, sorpreso.
      - Quante sciocchezze! mormorò il redattore facendo un'alzata di spalle, e, con la fronte corrugata, si rimise a riflettere, mordendosi di nuovo le labbra.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





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