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      Così mentre seguiva cogli occhi il redattore-capo, Gvosdef camminava e si ricordava dell'epoca in cui egli era il piccolo Nicolka, figlio del magnano, ed il redattore era Mitka, figlio della diaconessa. Avevano ancora un altro compagno che avevano sopranominato «lo zuccheraio», ed un altro ancora, Vaska Giukof, figlio di un impiegato governativo che abitava nell'ultima casa della strada. Era una buona vecchia casa, tutta coperta di muschio, alla quale erano appiccicate, da tutte le parti, altre casupole costruite dopo. Il padre di Vaska aveva un magnifico stormo di colombi. Si stava così bene nel cortile di quella casa per giuocare a mosca cieca, perchè il padre di Vaska, un avaraccio, vi conservava un ammasso di vecchie cose: carrette rotte, casse, barili sfondati... Adesso Vaska è il medico del distretto, e sul sito, occupato allora dalla vecchia casa, stanno ora i depositi della ferrovia.... E si ricordava pure degli altri compagni, tutti ragazzetti di otto a dieci anni. Tutti dimoravano allora all'estremità della città, nella strada Umida. Vivevano in ottima intelligenza fra di loro ed in perpetua ostilità con i monelli delle altre vie vicine. Saccheggiavano gli orti ed i giardini; giuocavano agli aliossi, ad altri giuochi infantili, andavano a scuola.... Un venticinque anni erano passati da quell'epoca.
      In quel tempo - ed era passato - c'erano monelli, birichini e sporcaccioni, come Nicolka, come il figlio del magnano, i quali sono oggi uomini importanti... Nicolka si è impaniato in quella strada Umida, mentre essi, terminata la scuola elementare, avevano continuato gli studi al ginnasio.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





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