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      Quante cose sono ignote all'infanzia, e quant'è bella quell'ignoranza! Intanto si vive - e la comprensione della vita si allarga mano mano... Perchè si allarga se si muore senza aver capito nulla?
      - E così, Mitri Pàvlovitsc, vedete dunque che siamo uccelli dello stesso nido... Sicuro!.. Ma i nostri voli sono stati differenti.. E quando penso che l'unica differenza che c'è fra me ed i miei compagni d'infanzia consiste unicamente nel fatto che non sono andato a ficcarmi il naso nei libri in qualche ginnasio - allora mi sento un'amarezza ed una nausea... Forse che, tutto l'uomo è lì dentro? Forse è la sola istruzione che fa l'uomo? L'uomo è nell'anima, nei sentimenti pel prossimo - e che valore ho io ai vostri occhi? Nessuno! È forse giusto?
      - È giusto! disse il redattore con tono distratto, ma sincero.
      Ma Gvosdef si mise a ridere, e riprese:
      - Un momento!.. Permettete! Che cosa è precisamente giusta?.... È forse giusto che io, per voi, sia una cosa vuota?... Che io esista o no, è tutt'uno per voi - ve ne curate come d'un fico secco! Che bisogno avete della mia anima? Sono solo al mondo, e tutte le persone ch'io conosco sono seccate a morte di me - perchè ho un'indole cattiva e che mi piace fare degli scherzi alla gente. Però anch'io ho sentimenti ed intelligenza... Mi sento offeso della posizione che occupo nella vita.... In che cosa sono inferiore a voi?.. Solo a causa del mio mestiere....
      - Sì... è così! disse il redattore, con la fronte corrugata. Fece una pausa, e continuò con un tono di voce, nel quale c'era una nota conciliante: Ma, vedete, qui bisogna applicare un altro punto di vista.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





Mitri Pàvlovitsc Gvosdef