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      Lavorerò a suo tempo. Cosa devo macinare prima? il grano del pop o l'altro? Bisognerebbe occuparsi pure della macchina. Macina, è vero, ma fa troppo spreco...
      - Sì, si potrà... Ecco, vado... disse Tihon Pàvlovitsc, e, bruscamente, tacque suo malgrado.... E io, ragazzo mio... ero caricato qui sulla panca... e ho udito come hai trattato... la fanciulla. Sai sbrigare bene i fatti tuoi con loro!
      - Eh, eh, non c'è male! disse Kusma, muovendo i baffi.
      - Pare che tu ne abbia conciate non poche di quelle figliuole, eh?
      - Non ho contato... Che male c'è? Non le storpio mica!
      - È vero, ma però... Ecco, per esempio, non compiangi forse quella ragazza, Kusma?
      - La compiango... Si compiange sempre... Ma a che pro?
      - E se, per caso, un bambino...? Ciò accade qualche volta,... non è vero?
      - Bisogna credere che ciò accada.... si può forse sapere?
      Tutte queste domande parevano evidentemente annoiare Kusma. Cambiò posizione ai piedi, e con le labbra strette in una smorfia di dispetto, si mise a tossire.
      Tihon Pàvlovitsc era lieto, ora, di vedere l'operaio impacciato dalle sue domande. E con i sopraccigli severamente aggrottati, continuò:
      - E non pensi... al peccato? Perchè è un vero peccato!
      - Qual peccato?
      - Ma di agire in questo modo...
      - Ma i bimbi nascono tutti a un modo, n'evvero, sia dal marito che dal primo venuto! disse Kusma.
      E sputò di lato con fare scettico.
      - In quanto a questo, hai torto. Se viene dal marito, è assolutamente legale; ma se viene da te... dove vuoi che lo si metta? La ragazza, per evitare l'onta, prenderà il bimbo e lo butterà nello stagno.


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





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