Pagina (74/99)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La luce dei lumi ed il rumore delle voci si spandeva nella via dalle finestre aperte. Passando innanzi ad una casetta bianca posta in fondo ad un giardinetto, Tihon Pàvlovitsc udì gli scoppi di risa di una voce di basso, accompagnati da un riso di donna chiaro e sincero...
      «Vi sono degli uomini che... non fanno delle sciocchezze e non ragionano troppo,» pensò egli, con un certo dispetto contro sè stesso.
      - Tu dici, dunque, che egli è monco, chiese egli alla donna dopo un breve silenzio.
      Essa si stringeva a lui, tenendosi con una mano al parafango, e con l'altra al ginocchio di lui.
      - Miscia? Sì... disse essa.
      - Bene. E che è egli per te? L'amico del cuore, forse?
      - Macchè!... Egli è vecchio, ammalato; è il nostro vecchio amico... quand'ero piccola mi portava in braccio.
      - Ah! se è così... E cosa fa tuo padre?
      - Era pittore di fabbriche.
      - È morto?
      - Morto al tempo del colèra,.. Stiamo per giungere...
      - Bene... E cosa facevi prima? continuava a chiedere il mugnaio, perchè gli pareva di star meglio, parlando.
      - Ero cucitrice, rispose essa.
      - Fermati laggiù.
      Alcuni momenti dopo, essi stavano seduti in un angolo di una gran sala di una trattoria. Questa era sudicia, meschina e puzzolente.
      Ad una tavola, posta nel mezzo della sala, un gruppo di cocchieri faceva del chiasso; ad una delle finestre, ingombra di vasi di gerani e di fuchsie, due individui sospetti prendevano il thè; il primo, calvo, dal naso di uccello rapace, tossiva in continuazione; il secondo, nero, dai baffi militari, fischiettava melanconicamente tra i denti, guardando il suo bicchiere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





Tihon Pàvlovitsc