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      - Fratelli! non ne posso più! In nome di Cristo, non ne posso più!
      Aveva il viso rosso e bagnato di lagrime, la barba umida di pianto e scomposta, e negli occhi dilatati, appaurati, pieni di sofferente tensione, brillava qualcosa di selvaggio e di entusiastico, di meschino e di ardente. Alzandosi, aveva respinto Annuscka, la quale era stata lì lì per cadere; poi si era rimessa, e come risvegliandosi, aveva guardato il mutilato con occhi smorti e senza vita, con uno sguardo pesante di bestia stanca.
      - Mi avete squarciato l'anima. Basta, ora! Oh! che angoscia! Avete toccato l'anima mia addolorata... mai ancora in vita mia ho provato qualcosa di simile!
      Tania lo fissava con sguardo spento, mentre dalle sue labbra uscivano sempre delle note uguali, nutrite e calde, ma senza fiamma.
      - Fratelli! io mi sento ardere tutto! - Ecco qual'è la mia angoscia! Che farò, ora? Andrei in cerca di un coltello.... brontolava sordamente il mugnaio, con gli occhi spaventevolmente dilatati, sfregandosi il petto con ambo le mani. - Divertiamoci! sfreniamoci all'impazzata! Oh! la vita!
      Il mutilato e Tania ruppero il canto. Tania si riempì immediatamente un bicchiere di acquavite e se lo versò in gola così in fretta come se fosse stata arsa da carboni ardenti, e che essa avesse voluto spegnere al più presto.
      Commosso e stanco, il monco soffiava pian piano; il suo viso si raggrinzò ad un tratto, le guance s'infossarono, e gli occhi ebbero uno sguardo ottuso, scialbo e senza pensiero.
      - Versami dunque un bicchierino di liquore, Marco Ivànitsc!


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Il burlone - L'angoscia
di Maksim Gor'kij
Salvaore Romano Editore
1906 pagine 99

   





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