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      In Russia diversi spunti: l'organizzazione politica ed economico-commerciale è creata dai Normanni (Varieghi), quella religiosa dai greci bizantini; in un secondo tempo i tedeschi e i francesi portano l'esperienza europea in Russia e dànno un primo scheletro consistente alla gelatina storica russa. Le forze nazionali sono inerti, passive e ricettive, ma forse appunto perciò assimilano completamente le influenze straniere e gli stessi stranieri, russificandoli. Nel periodo storico piú recente avviene il fenomeno inverso: una élite di persone tra le piú attive, energiche, intraprendenti e disciplinate, emigra all'estero, assimila la cultura e le esperienze storiche dei paesi piú progrediti dell'Occidente, senza perciò perdere i caratteri piú essenziali della propria nazionalità, senza cioè rompere i legami sentimentali e storici col proprio popolo; fatto cosí il suo garzonato intellettuale, rientra nel paese, costringendo il popolo ad un forzato risveglio, ad una marcia in avanti accelerata, bruciando le tappe. La differenza tra questa élite e quella tedesca importata (da Pietro il Grande, per esempio) consiste nel suo carattere essenziale nazionale-popolare: non può essere assimilata dalla passività inerte del popolo russo, perché è essa stessa una energica reazione russa alla propria inerzia storica.
      In un altro terreno e in ben diverse condizioni di tempo e di luogo, questo fenomeno russo può essere paragonato alla nascita della nazione americana (Stati Uniti): gl'immigrati anglosassoni sono anch'essi un'élite intellettuale, ma specialmente morale.


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Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura
di Antonio Gramsci
pagine 299

   





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