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      Bisognerebbe poi mettere in luce che una nuova scoperta che rimane cosa inerte non è un valore: l'«originalità» consiste tanto nello «scoprire» quanto nell'«approfondire» e nello «sviluppare» e nel «socializzare», cioè nel trasformare in elemento di civiltà universale: ma appunto in questi campi si manifesta l'energia nazionale, che è collettiva, che è l'insieme dei rapporti interni di una nazione.
     
     
      [Tecnici militari italiani e arte militare italica.] Nella guerra delle Fiandre combattuta dagli Spagnoli verso la fine del Cinquecento, una gran parte dell'elemento tecnico-militare e del genio era costituita da italiani. Capitani di gran fama come Alessandro Farnese, duca di Parma, Ranuccio Farnese, Ambrogio Spinola, Paciotto da Urbino, Giorgio Basta, Giambattista del Monte, Pompeo Giustiniano, Cristoforo Mondragone e molti altri minori. La città di Namur era stata fortificata da due ingegneri italiani: Gabrio Serbelloni e Scipione Campi, ecc. Cfr. Un generale di cavalleria italo-albanese: Giorgio Basta di Eugenio Barbarich nella «Nuova Antologia» del 16 agosto 1928.
      In questa ricerca sulla funzione cosmopolitica delle classi colte italiane è specialmente da tener conto dell'apporto di tecnici militari, per il valore piú strettamente «nazionale» che sempre ha avuto il servizio militare. La quistione si collega ad altre ricerche: come si erano formate queste capacità militari? La borghesia dei Comuni aveva avuto anche un'origine militare, nel senso che la sua organizzazione di classe fu originariamente anche militare e che attraverso la sua funzione militare riuscí a prendere il potere.


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Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura
di Antonio Gramsci
pagine 299

   





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