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      Che un popolo o un gruppo sociale arretrato abbia bisogno di una disciplina esteriore coercitiva, per essere educato civilmente, non significa che debba essere ridotto in schiavitú, a meno che non si pensi che ogni coercizione statale č schiavitú. C'č una coercizione di tipo militare anche per il lavoro, che si puň applicare anche alla classe dominante, e che non č «schiavitú», ma l'espressione adeguata della pedagogia moderna rivolta ad educare un elemento immaturo (che č bensí immaturo, ma č tale vicino ad elementi giŕ maturi, mentre la schiavitú organicamente č l'espressione di condizioni universalmente immature). Lo Spaventa, che si metteva dal punto di vista della borghesia liberale contro i «sofismi» storicistici delle classi retrive, esprimeva, in forma sarcastica, una concezione ben piú progressiva e dialettica che non il Labriola e il Gentile.
     
      Hegel aveva affermato che la servitú č la culla della libertŕ. Per Hegel, come per il Machiavelli, il «principato nuovo» (cioč il periodo dittatoriale che caratterizza gli inizi di ogni nuovo tipo di Stato) e la connessa servitú sono giustificati solo come educazione e disciplina dell'uomo non ancora libero. Perň B. Spaventa (Principî di etica, Appendice, Napoli, 1904) commenta opportunamente: «Ma la culla non č la vita. Alcuni ci vorrebbero sempre in culla».
      (Un esempio tipico della culla che diventa tutta la vita č offerto dal protezionismo doganale, che č sempre propugnato e giustificato come «culla» ma tende a diventare una culla eterna).


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Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura
di Antonio Gramsci
pagine 299

   





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