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      Alcuni anni fa in un'adunanza della Società dell'Eguaglianza sociale di Mantova ho parlato cosí: "La sintesi delle vostre tendenze è l'odio, la sintesi della mia è l'amore; perciò io non sono con voi". Ma si continuava a voler far credere alla mia solidarietà col socialismo antisociale di Mantova. Sicché sentii il dovere di protestare, ecc.». La lettera fu ristampata nella «Gazzetta di Mantova» (del 10 dicembre 1883; la «Gazzetta» era un giornale conservatore di estrema destra, allora diretto da A. Luzio) con un'altra coda violentissima perché gli avversari gli avevano ricordato il canonicato, ecc.
      Nel luglio 1884 scrive al Luzio che «nulla mi impedirebbe di assentire» alla proposta fattagli di entrare nella lista moderata per le elezioni comunali di Mantova. Scrive anche di credere il Luzio «piú radicale di molti sedicenti democratici... Molti si chiamano democratici e non sono che arruffoni sciocchi...». Nel giugno-agosto 1883 si serviva però del giornale socialista di Imola «Il Moto» per rispondere a una serie di articoli anonimi della liberale (sarà stato conservatore) «Gazzetta dell'Emilia» di Bologna, in cui si diceva che l'Ardigò era un liberale di fresca data e lo si sfotteva brillantemente, se pure con molta evidente malafede polemica. Il «Moto» di Imola «naturalmente» difende l'Ardigò a spada tratta e lo esalta, senza che l'Ardigò cerchi di distinguersi.
      Tra i pensieri, tutti triti e banali, spicca quello sul Materialismo storico (p. 271) che senz'altro è da mettere insieme all'articolo sull'Influenza sociale dell'aeroplano di A. Loria.


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Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura
di Antonio Gramsci
pagine 299

   





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