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      E nonostante tutto, Ardigò non era il primo venuto.
     
     
      Graziadei e il paese di Cuccagna. Confrontare nel libretto di Graziadei, Sindacati e Salari, la alquanto comica risposta alla nota del Croce sul graziadeiano paese di Cuccagna, dopo quasi trent'anni. La risposta, comica, ma non sprovvista di una buona dose di gesuitismo politico (crocianesimo tardivo di un certo gruppetto di personaggi laschiani: il Lasca diceva che l'uomo è un pezzo di sterco su due fuscelli) è stata indubbiamente determinata dal saggio pubblicato nel 1926 dall'«Unter dem Banner» su Prezzo e sovraprezzo, che si iniziava appunto con la citazione della nota crociana. (Sarebbe interessante ricercare nella produzione letteraria del Graziadei i possibili accenni al Croce: non ha mai risposto, neppure indirettamente? Eppure la pizzicata era stata forte! In ogni modo, l'ossequio all'autorità scientifica del Croce espresso con tanta unzione dopo trent'anni, è veramente comico). Il motivo del paese di Cuccagna rilevato dal Croce in Graziadei, è di un certo interesse generale, perché serve a rintracciare una corrente sotterranea di romanticismo e di fantasticherie popolari, alimentata dal «culto della scienza», dalla «religione del progresso» e dall'ottimismo del secolo XIX, che è stato anch'esso una forma di oppio. In questo senso è da vedere se non sia stata legittima e di larga portata la reazione del Marx, che colla legge tendenziale della caduta del saggio del profitto e col cosí detto catastrofismo gettava molta acqua nel fuoco; è da vedere anche in che misura l'«oppiomania» abbia impedito una analisi piú accurata delle proposizioni del Marx.


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Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura
di Antonio Gramsci
pagine 299

   





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