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      E Vittorio muore, gloriosamente, mentre Pietro ritorna, anch'egli riabilitato del suo giovanile sovversivismo, e la domestica traditora, sua madre, rientra nella casa dei suoi antichi padroni, e Pietro descrive, proprio come un inviato speciale, la presa di Gorizia, e la morte del suo amico, e un nuovo alito di bontā spira su tutti i cuori, e ci si sente tutti rimminchioniti per tanta dolcezza, per tanto candore, e si ringrazia il buon Dio che da tanto male, tanto bene ha saputo trarre, irrorandone i cuori, facendo di questi altrettanti vasi d'elezione.
      Il teatro non era molto affollato: il successo esteriore fu notevole. La commedia č presentata con abilitā. La declamazione fatta in dialetto, perde una gran parte della sua retorica: e del resto nel lavoro non tutto č retorica, e qualche piccola scena č realmente efficace. Tra i personaggi di contorno c'č un alpino gianduiesco, volgarmente e popolarescamente eroico, reso con tutta la volgaritā possibile da Mario Casaleggio, tutto da ridere. Cosí la mozione degli affetti č completata, e l'anonimo autore che abilmente si č saputo servire del materiale emotivo d'attualitā, č stato ampiamente premiato delle sue fatiche: cinquecento lire, una medaglia d'oro e il cumulo di pettegolezzi e di ipotesi sul suo anonimo. Quanto basta per rendere felice un letterato anche se dialettale.
      (12 novembre 1916).
      Armando Falconi. Non so se Armando Falconi sia, come si dice nel gergo dei cronisti teatrali, un figlio dell'arte. Non sono uno schedaiolo della cronaca, un documentario, e mi manca la pezza giustificatrice in proposito.


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Letteratura e vita nazionale
di Antonio Gramsci
pagine 573

   





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