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      Dovrei forse descriverti qualche scenetta di vita paesana, se avessi del buon umore a sufficienza. Per esempio, potrei descriverti l'arresto di un maiale, trovato a pascolare illegittimamente per le strade del paese e condotto regolarmente in prigione: il fatto mi ha divertito enormemente, ma sono sicuro che né tu né Giulia vorrete credermi; forse mi crederà Delka quando avrà qualche anno in piú e sentirà raccontarsi la storiella insieme alle altre dello stesso tipo (quella degli occhiali verdi, ecc.) ugualmente vere e da credersi senza sorrisi. Anche il modo di arrestare il maiale mi ha divertito: lo si prende per le zampe di dietro e lo si spinge avanti come una carriola, mentre urla come un indemoniato. Non ho avuto modo di avere precise informazioni sul come sia possibile identificare l'abusività del pascolo e del transito: penso che i sorveglianti all'igiene conoscano tutto il bestiame minuto del paese. Un'altra particolarità di cui non ti ho mai fatto cenno è che non ho ancora visto in tutta l'isola nessun mezzo di locomozione all'infuori dell'asino, magnifico animale invero, di grande statura e di una domesticità notevole, che indica l'indole buona degli abitanti: al mio paese gli asini sono mezzo selvaggi e non si lasciano avvicinare che dai padroni immediati. Ancora, in linea animalesca: ho sentito ieri una magnifica storia di cavalli, raccontata da un arabo qui confinato. L'arabo parlava l'italiano in modo alquanto bislacco e con molte oscurità: ma nell'insieme il suo racconto era pieno di colore e di forza descrittiva.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Giulia Delka