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      Credevo di passare in transito a Roma; invece a quanto pare per errata interpretazione del telegramma che disponeva per il mio arresto, fui tradotto a Milano per traduzione ordinaria e non straordinaria: cosí rimasi in viaggio 19 giorni. A Isernia mi riuscì di spedire un telegramma che vi avvertiva del cambiato itinerario. Questo viaggio è stato per me triplice o quadruplice collaudo, sia dal punto di vista morale che, e specialmente, da quello fisico. Non voglio descriverlo minutamente ancora, per non spaventarvi e non darvi l'impressione che io mi trovi nelle condizioni di uno straccio. In questi 19 giorni ho «abitato» nelle seguenti carceri: Palermo, Napoli, Caianello, Isernia, Sulmona, Castellamare Adriatico, Ancona, Bologna; il 7 a notte sono giunto a Milano. A Caianello e a Castellamare non ci sono carceri; ho «dormito» nelle camere di sicurezza delle Caserme dei Carabinieri; sono state le due piú brutte notti che ho trascorso, forse in tutta la mia vita. A Castellamare ho preso un formidabile raffreddore, che ora mi è quasi passato.
      Nelle traversate Ustica-Palermo e Palermo-Napoli il mare era pessimo; tuttavia non ho sofferto. La traversata Palermo-Napoli merita di essere descritta: lo farò in altra lettera, quando avrò ripensato a tutti i particolari e avrò rinfrescato la memoria.
      In generale il viaggio è stato per me come una lunghissima cinematografia: ho conosciuto e visto un'infinità di tipi, dai piú volgari e repugnanti ai piú curiosi e ricchi di caratteristiche interessanti.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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