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      Carissima Tania, non riesco proprio a scriverti, oggi; mi hanno ancora dato un pennino che gratta la carta e mi obbliga a un vero acrobatismo digitale. Attendo tue lettere. Ti abbraccio.
      Antonio
     
      Ho osservato che manca meno di un mese alla Pasqua. Ora devi sapere che la Pasqua č uno dei tre giorni dell'anno in cui si permette ai detenuti di mangiar dolci. Io voglio proprio mangiare dei dolci speditimi da te. Farai ancora a tempo a mandarmeli? Spero di sí.
      Fammi sapere quante mie lettere hai ricevuto finora. La prima, che ti scrissi il 12 febbraio, so che non poté arrivarti.
     
      23.
     
      26 marzo 1927
     
      Carissima Teresina,
      mi č stata consegnata solo pochi giorni fa la lettera che mi avevi inviato a Ustica e che conteneva la fotografia di Franco. Ho cosí potuto vedere finalmente il tuo bimbetto e te ne faccio tutte le mie congratulazioni; mi manderai, č vero?, anche la fotografia della Mimí e cosí sarň proprio contento. Mi ha colpito molto che Franco, almeno dalla fotografia, rassomigli pochissimo alla nostra famiglia: deve rassomigliare a Paolo e alla sua stirpe campidanese e forse addirittura maurreddina: e Mimí a chi somiglia? Devi scrivermi a lungo intorno ai tuoi bambini, se hai tempo, o almeno farmi scrivere da Carlo o da Grazietta. Franco mi pare molto vispo e intelligente: penso che parli giŕ correntemente. In che lingua parla? Spero che lo lascerete parlare in sardo e non gli darete dei dispiaceri a questo proposito. Č stato un errore, per me, non aver lasciato che Edmea, da bambinetta, parlasse liberamente in sardo.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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