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      Ecco di che cosa devi scrivermi invece di pensare sempre alla mia posizione critica, triste ecc. ecc. Io vorrei rassicurarti da questo punto di vista. Intendiamoci: non che io creda la mia posizione molto brillante. Ma tu sai che ogni cosa ha un valore anche secondo il nostro modo di vederla e di sentirla. Ora, io sono molto tranquillo e vedo tutto con una grande calma e una grande fiducia, non per gli avvenimenti immediati che mi riguardano, ma per il mio avvenire ulteriore; sono persuaso, come ho già scritto a Teresina, che non dovrò star sempre a marcire in prigione; io credo, cosí a lume di naso, che starò dentro non piú di tre anni, anche se mi condannassero, mettiamo, a 20 anni. Vedi che ti scrivo con la massima sincerità, senza cercare di crearti nessuna illusione, penso che solo cosí anche tu sarai forte e avrai pazienza. Devi poi essere assolutamente tranquilla per ciò che riguarda le mie condizioni di forza morale e anche di salute fisica. Per la forza morale un po' mi conosci. Ricordi quella volta (ma forse non te l'abbiamo mai detto allora) che abbiamo fatto una scommessa tra ragazzi a chi resisteva di piú a darsi dei colpi di pietra sulle dita fino a fare uscire una goccia di sangue dai polpastrelli. Adesso non sarei forse piú capace di resistere a queste prove barbariche, ma certamente sono diventato anche piú capace di resistere ai colpi di martello sulla testa che gli avvenimenti mi hanno vibrato e ancora mi vibreranno. Pensa che su per giú da dieci anni mi trovo in un ambiente di lotta e che mi sono sufficientemente temprato; avrei potuto essere ucciso una dozzina di volte, e invece mi trovo ancora vivo: è già un punto di guadagno incalcolabile.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Teresina