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      Non voglio svilupparti, neanche schematicamente, le mie argomentazioni, perché lo spazio sarebbe insufficiente; senza contare la preoccupazione che queste argomentazioni, data la pubblicità relativa della mia corrispondenza, arrivino fino a qualche studente in cerca di temi per tesi dottorali di filologia e io sia defraudato della giusta fama che mi propongo di acquistare con le mie elucubrazioni.
      Dunque se il libro è difficile da trovare, non importa insistere. Io avverto nel caso che esso mi sia stato inviato, sia andato smarrito e possa essere ricuperato. Cara Tania, non devi impressionarti se qualche volta, durante il colloquio, mi vedi nervoso, inquieto e irrequieto. Penso che sia una conseguenza del fatto che in cella ci si abitua ai rumori smorzati e che il frastuono della folla, con la nota dominante delle urla metalliche delle donne, metta addosso una irrequietudine nervosa spiacevole. Non devi pensare che io abbia la febbre o che sia preoccupato per altra ragione. Ti abbraccio teneramente; vorrei baciarti le maniAntonio
     
      70.
     
      19 dicembre 1927
     
      Carissima Tania,
      ho avuto l'impressione, specialmente dall'ultimo colloquio, che si sia venuto creando tra noi un certo equivoco a proposito della mia corrispondenza. Mi è parso che tu, quando ne accenni, ti senta come impacciata, perché mi ritieni in preda a brutti pensieri o a preoccupazioni che io non voglio confessare. Vorrei distruggere radicalmente questo equivoco, rassicurandoti. È vero solo un fatto: che io esito a parlare e a scrivere delle cose mie piú intime per un ritegno che non riesco assolutamente a vincere in presenza di terzi.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Tania Tania