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      Io le ho passate molto semplicemente, come puoi benissimo immaginare; ma quando c'è la salute!...
      Per natale avrei voluto mandarti un telegramma di auguri che ti fosse arrivato proprio fresco fresco per l'occasione; ma non mi è stato concesso. I carcerati, a quanto pare, non hanno il diritto di mandare auguri alla loro famiglia, che giungano proprio per il giorno stabilito dal calendario della tradizione come festa della famiglia. Mi è dispiaciuto per te, carissima mamma, che avresti sentito meno malinconia in quel giorno ricevendo i miei saluti. Bah!
      In ogni modo un altro anno è passato, piú in fretta di quanto non avessi immaginato e non completamente inutile per me. Ho imparato un mucchio di cose che altrimenti avrei sempre ignorato, ho visto una serie di spettacoli che non avrei in altro modo avuto mai occasione di vedere. Insomma, non sono proprio malcontento del 1927. E per un carcerato questo non è poco, ti pare? Ciò significa che sono un carcerato eccezionale e che spero di rimanere tale per tutto il tempo che dovrò trascorrere sotto questa rubricazione.
      Ti abbraccio affettuosamente con tutti di casaNino
     
      74.
     
      2 gennaio 1928
     
      Carissima Tania,
      e cosí anche l'anno nuovo è cominciato. Bisognerebbe fare dei programmi di vita nuova, secondo l'usanza; ma per quanto abbia pensato, un tale programma non sono riuscito ancora a combinarlo. È stata questa una grande difficoltà sempre nella mia vita, fin dai primi anni di attività raziocinatrice. Nelle scuole elementari ogni anno di questi tempi assegnavano come tema di componimento la quistione: «Che cosa farete nella vita». Questione ardua che io risolvetti la prima volta, a 8 anni, fissando la mia scelta nella professione di carrettiere.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Tania