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      Cosí finirebbe una buona volta il tormento di mia cognata, per esempio, la quale, per essermi vicina e potermi alleviare la vita, è stata quasi sei mesi all'ospedale da un anno a questa parte e ancora deve esservi ricoverata per le sue condizioni di estrema debolezza.
      Ho ricevuto qualche giorno fa notizie recenti dei bambini e di Giulia, notizie abbastanza buone. Credi, e non avere nessun dubbio in proposito, che io sono tranquillissimo. Ogni giorno piú, anzi, divento piú forte e duro alle commozioni. Non sono mai stato eccessivamente sentimentale, come ben sai, e forse questa apparente insensibilità spesse volte ti ha cagionato dolore; oggi devo aver perduto anche quel poco di sentimentalismo che forse una volta ho posseduto. Come per la selce, ci vuole un colpo dato con l'acciaio per far scaturire scintille da me. Ma tu, con poche altre persone, hai certo questa virtú dell'acciaio: ti abbraccio forte forte.
      Nino
     
      91.
     
      26 marzo 1928
     
      Carissima Tania,
      ho ricevuto una tua lettera, pochi giorni fa, che presenta alcune stranezze. Essa è da te datata del 5 febbraio, mentre mi pare debba essere piú recente; forse tu hai scritto 5. II, invece di 5. III. Inoltre essa non è firmata, non ha una conclusione, almeno dal punto di vista epistolare. Si tratta di due foglietti, il secondo numerato come secondo, scritti parte a penna e parte col lapis, nei quali mi riassumi tre lettere, di tuo papà, di tua mamma e di Genia. Il secondo foglietto è continuato da due righe scritte all'inizio della sua prima pagina, che chiudono il periodo lasciato in sospeso nella quarta pagina, ma che non rappresentano una conclusione.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Giulia Tania Genia