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      A Torino ho fatto, nel 1919, una larga inchiesta, perché il Municipio boicottava gli agnelli e i capretti sardi a profitto dei conigli piemontesi: c'erano a Torino circa 4000 pastori e contadini sardi in missione speciale e io volevo illuminarli su questo argomento. Gli agnelli e i capretti meridionali arrivano qui senza testa, ma c'è una piccola percentuale di commercio locale che fornisce anche le teste. Che sia difficile trovarle risulta dal fatto che la testina, promessa per la domenica, si è potuta avere solo il mercoledí. Inoltre io non ero molto sicuro che si trattasse di agnello o capretto, quantunque fosse molto buona (per me; a Tulli fece orrore). Doveva essere uno strano capretto, senza cervello e orbo di un occhio, col cranio molto rassomigliante a quello di un cane lupo (ma, per carità, non dirlo alla signora Pina!), stritolato dal tranvai! Ah! questi macellai!
      Mi dispiace molto che Giulia sia rimasta tanto tempo senza notizie. Ci rivedremo prima della mia partenza? Non lo credo. Tu non devi fare nessuna imprudenza; devi curarti bene. Solo cosí sarò tranquillo. Pensa che d'ora innanzi potrò scriverti molto raramente. Ti abbraccio.
      Antonio
     
     
      97.
     
      30 aprile 1928
     
      Cara Giulia,
      ho ricevuto il tuo biglietto del 3 aprile. Tania mi ha trasmesso le notizie riguardanti la vita dei bambini. Sono contento.
      Un periodo della mia vita carceraria sta per finire, perché il 28 maggio avrò il processo. Non so dove sarò poi scaraventato. La mia salute è abbastanza buona. Ho saputo dalle autorità giudiziarie e carcerarie che sul mio conto sono state pubblicate molte inesattezze: che morivo di fame, ecc, ecc.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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