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      Aris tutti i libri che ho mandato fuori dal carcere; egli li terrà a mia disposizione e me li spedirà dove final-mente sarò assegnato dopo il processo. Credo sia la soluzione migliore da ogni punto di vista: tu devi occuparti solo della tua salute e non devi darmi dei dispiaceri: hai capito? Non devi piú affaticarti come hai fatto nel passato, non devi essere piú cosí prodiga delle tue forze, che non sono molte. Io ti scriverò sempre assiduamente; e tu dovrai scrivermi, ma non di piú. La preoccupazione della tua salute, da un anno a questa parte, mi ha spesso amareggiato troppo e mi ha fatto sentire la durezza della privazione di libertà della vita carceraria. Cara Tania, ti raccomando proprio di cuore di volerti curare per bene. Ti abbraccio teneramenteAntonio
     
      99.
     
      10 maggio 1928
     
      Carissima mamma,
      sto per partire per Roma. Oramai è certo. Questa lettera mi è stata data appunto per annunziarti il trasloco. Perciò scrivimi a Roma d'ora innanzi e finché io non ti abbia avvertito di un altro trasloco.
      Ieri ho ricevuto un'assicurata di Carlo del 5 maggio. Mi scrive che mi manderà la tua fotografia: sarò molto contento. A quest'ora ti deve essere giunta la fotografia di Delio che ti ho spedito una decina di giorni fa, raccomandata.
      Carissima mamma, non ti vorrei ripetere ciò che ti ho spesso scritto per rassicurarti sulle mie condizioni fisiche e morali. Vorrei, per essere proprio tranquillo, che tu non ti spaventassi o ti turbassi troppo qualunque condanna siano per darmi. Che tu comprendessi bene, anche col sentimento, che io sono un detenuto politico e sarò un condannato politico, che non ho e non avrò mai da vergognarmi di questa situazione.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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