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      Ora che posso scrivere in cella, prenderò delle note dei libri che mi servono e ogni tanto le invierò alla Libreria. Adesso che posso prendere degli appunti di quaderno, voglio leggere secondo un piano e approfondire determinati argomenti e non piú «divorare» i libri. Penso che solo eccezionalmente, per qualche bel libro di attualità, di cui io non posso conoscere l'esistenza, si può fare a meno del mio avviso. D'altronde la Libreria, che non ha certo uno schedario dei libri già inviati, mi ha già due volte spedito dei doppioni. Sai? Scrivo già in cella. Per adesso faccio solo delle traduzioni, per rifarmi la mano: intanto metto ordine nei miei pensieri. - Mi sono sempre dimenticato di domandarti una notizia che mi interessa molto: potrai informartene presso l'avvocato. Il Giudice Istruttore militare ha avuto delle noie per le dichiarazioni fatte da me e da Terracini al Tribunale Speciale? Se ne è lamentato con l'avvocato? Ciò che egli mi aveva detto era troppo importante per la mia difesa perché io potessi essere tenuto alla discrezione: d'altronde egli non mi parlò da solo a solo, ma in presenza del cancelliere, con abbondanza di particolari, in modo che io credetti di essere autorizzato a servirmi delle sue affermazioni. Tuttavia, se avesse avuto delle noie, mi dispiacerebbe, perché in lui non c'era accanimento contro di me. Cara Tania, scrivimi piú spesso: ti sei dimenticata delle cartoline?
      Ti abbraccioAntonio
     
      Ho ricevuto anche la tua lettera dell'8.
     
      118.
     
      9 febbraio 1929
     
      Carissima Giulia,


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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