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      Non mi sono deciso a metterci il sale, perché temo che se vado nel cortile con tale saliera, tutti gli altri mi domanderanno da annusare. Il rosaio ha già piú di 20 roselline sbocciate, che mi piacciono assai. Per ora non ho bisogno di nulla; forse puoi portarmi qualche pezzo di sapone e un po' di ovomaltina. - Non credere che io sia brontolone o di cattivo umore ecc. Talvolta scrivo in certo modo un po' per canzonatura, ma ti voglio molto bene. Ti abbraccioAntonio
     
      134.
     
      30 luglio 1929
     
      Cara Julca,
      ho ricevuto la tua lettera del 7. Le fotografie non mi sono ancora giunte; spero ci sarà anche la tua. Naturalmente voglio vedere anche te, almeno una volta all'anno, per avere una impressione un po' piú viva: altrimenti cosa potrò pensare? Che sei molto cambiata fisicamente, che sei indebolita, che hai tanti capelli bianchi, ecc. ecc. Eppoi bisogna che ti faccia in anticipo gli auguri per la tua festa: forse la prossima lettera giungerebbe ancora in tempo, ma non ne sono sicuro. Se mi arriva la tua fotografia, vuol dire che ripeterò gli auguri. Si capisce, vorrei vederti in gruppo coi bambini, come nella fotografia dell'anno scorso, perché nel gruppo c'è già qualcosa di movimentato, di drammatico, si colgono dei rapporti, che possono essere prolungati, immaginati in altri quadretti, in episodi di vita concreta, quando non c'è l'obiettivo del fotografo spianato. - D'altronde io credo di conoscerti abbastanza, per immaginare altri quadretti, ma non posso immaginare abbastanza le azioni e reazioni dei bambini nei rapporti con te, e intendo le azioni e reazioni vive volta a volta, e non già i sentimenti e le disposizioni generali: le fotografie mi dicono poco e i miei ricordi di bambino non mi aiutano, perché li penso troppo particolari e immagino che sia tutto diverso ora, in un mondo sentimentale nuovo e con due generazioni di differenza (si potrebbe dire anche piú, perché tra un bambino allevato in un villaggio sardo e un bambino allevato in una grande città moderna, già per questo solo fatto, c'è la differenza di due generazioni almeno). Sai qualche volta vorrei scriverti su te, sulla tua forza, che è superiore cento volte a ciò che tu pensi, ma ho sempre esitato, perché mi pare di essere.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Julca