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      Io penso che questo debba essere il tuo ultimo viaggio a Turi. Non è stato molto fortunato; pazienza. Ma credi che non sia meglio anche per me saperti in un luogo migliore di questo? più a tuo agio, senza tante meschinità, in condizioni di curarti piú razionalmente? Questo mi pare il piú importante di tutto. Anche per me, credi. Sono assalito da maggiori preoccupazioni ed ansie quando sei a Turi che quando sei a Milano. Qui mi pare che debba essere una prigione anche per chi non è in prigione, e in un certo senso non può non essere cosí.
      Hai ricevuto i libri che ho domandato ti fossero fatti recapitare? Ho pensato che non avevi nulla da leggere dopo tanto tempo e che ti potevano aiutare a passare il tempo. Puoi spedirli a mio fratello, o buttarli via, dopo averli letti; o portarteli con te (il libro del Croce è molto interessante e potresti portarlo a Giulia: può darsi che qualche volta si interessi della filosofia di Hegel e della revisione che ne ha fatto il Croce). In ogni caso essi non mi servono piú. (Il Cemento di Gladkov l'ho già avuto; vedi perciò di non mandarmi libri che io non ti abbia domandato). Invece scrivi alla Libreria che mi mandino le Prospettive economiche per il 1930 del prof. Giorgio Mortara che sono uscite in questi giorni e ricorda che avevo domandato di abbonarmi alla rivista «La Nuova Italia» (presso la S. E. «Nuova Italia» - Perugia-Venezia) che sostituisce una rivista morta l'anno scorso: non ho ricevuto ancora nulla e perciò credo opportuno ricordare.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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