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      Antonio
     
      158.
     
      28 luglio 1930
     
      Carissima Tania,
      non ho potuto fare a Gennaro la commissione di cui mi scrivesti, perché la tua cartolina mi fu consegnata dopo il colloquio. A questo proposito; sarà bene tener presente il giorno in cui io potrò scriverti; d'ora innanzi dovrò limitarmi sempre a una lettera al mese e tu dovrai badare a scrivermi le cose che domandano risposta in modo che io non debba rimandare la risposta d'un mese. Gennaro vuole che qualche volta scriva anche a lui e potrò farlo solo dedicandogli mezzo foglio della lettera che scrivo a casa.
      Sono contento dei tuoi proponimenti di nutrirti in modo conveniente: è la base di tutta la tua condizione di salute. Devi proprio impegnarti a fare ciò che ti ho raccomandato, senza cavillare sulle uova che sono pesanti e che so io. Tu cerchi sempre l'ottimo e naturalmente finisci col non far niente: è una forma tipica di abulia quella che consiste nel manifestare fermissimi propositi che poi non trovano mai l'«ottimo» in cui realizzarsi. - È molto increscioso che non abbia potuto approfittare del viaggio di Piero per farti accompagnare, ma temo che dovrai lasciar passare anche qualche altra buona occasione, se non ti rimetterai in condizione di poter viaggiare senza pericolo. Non so perché ti preoccupi delle dogane, dei visti ecc. Tutto ciò è un'inezia, perché basta che tu abbia con te un sacco o una valigetta con gli oggetti necessari per il viaggio stesso: i bagagli si fanno impiombare alla frontiera di partenza e viaggiano con te fino alla frontiera d'arrivo senza altro disturbo che di consegnare lo scontrino a un träger alle stazioni capolinea per il trasbordo da un treno all'altro: alla dogana presenti solo, cosí, ciò che hai con te personalmente, che non domanda gran lavoro, perché i doganieri possono solo domandare di vedere se non ci siano gioielli.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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