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      Se vuoi mandarmene di panno, come scrivi, ti raccomando di badare al colore: devono essere bianche o almeno il bianco deve dominare, altrimenti non sono permesse. Delle medicine ho incominciato a prendere l'Uroclasio e il Benzofosfan: mi pare che l'Uroclasio mi abbia già giovato un po' per la gengivite espulsiva (questo è il nome della malattia e non gengivite «esplosiva» come ti dissi una volta): sebbene tutti i denti continuino a muovere e non ne combacino ormai che due soli (uno superiore e l'altro inferiore, canini); in modo che non posso masticare nulla, tuttavia almeno non mi fanno male e le gengive non bruciano tanto: nessun beneficio invece ho ancora riscontrato per il mal di capo, ma la cura deve ancora essere lunga, secondo le istruzioni. Gli altri medicinali li tengo da parte per ora: non voglio riempirmi lo stomaco di cose tanto disparate e di alcuni, in verità, ignoro lo scopo perché mancano le istruzioni. - Il Benzofosfan l'ho quasi terminato. La fotografia del tuo babbo non mi pare che sia ben riuscita: non dà la vera espressione caratteristica e piú personale. È vero che non ha piú la barba intera e ciò cambia un po' la fisionomia generale che mi era rimasta impressa, ma mi pare tuttavia che manchi molto altro. Forse si è accorciato la barba perché Delio quando era in culla, nel 1925, gliela strappava con grande vigore: sai, che stavo a lungo a guardare la scena: tuo padre si chinava sul bambino per farlo giocare e lui si afferrava alla sua barba per drizzarsi, mentre tuo padre rideva di cuore, sebbene dovesse sentire abbastanza dolore.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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