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      Non ti pare? Ricordo una novellina popolare scandinava: - tre giganti abitano nella Scandinavia lontani uno dall'altro come le grandi montagne. Dopo migliaia d'anni di silenzio, il primo gigante grida agli altri due: - «Sento muggire un armento di vacche!» - Dopo trecento anni il secondo gigante interviene: «Ho sentito anch'io il mugghio!» e dopo altri 300 anni il terzo gigante intima: «Se continuate a far chiasso cosí, io me ne vado!» - Beh! non ho proprio voglia di scrivere, c'è un vento di scirocco che dà l'impressione di essere ubbriachi. Cara, ti abbraccio teneramente coi nostri bambini.
      Antonio
     
      167.
     
      20 ottobre 1930
     
      Carissima Tatiana,
      ho ricevuto le fotografie e tutti i tuoi commenti e le tue osservazioni non sono valse a farle diventare migliori; esse sono pessime e mi pare che mettano tutto in falsa luce. - Credo che ciò che scrivi sulle condizioni di salute di Giulia non sia esatto e che anzi sia pericoloso o almeno inopportuno porre cosí la quistione; mi pare che le conversazioni con la signorina Nilde abbiano contribuito a fuorviarti. È evidente che Giulia soffre di esaurimento nervoso e di anemia cerebrale che tendono a diventar cronici perché ella non vuole o non sa curarsi. Giulia sta mettendosi, insensibilmente, nelle stesse condizioni in cui si era messa Genia nel 1919, cioè non vuole persuadersi che un determinato ritmo di lavoro è possibile solo con certe compensazioni integrative dell'organismo e con un certo metodo di vita e che in ogni caso ciò che era almeno spiegabile nel 1919 non è che assurdo romanticismo nel 1930. L'aspetto grave della quistione mi pare consistere nel fatto che essa mi appare irrisolvibile: cosa infatti possiamo fare, io e tu?


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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