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      Delle prediche, degli avvertimenti generici, che saranno infruttuosi. Secondo me, in condizioni di tal genere, l'unico rimedio consiste in un giusto contemperamento dei mezzi persuasivi coi mezzi coercitivi, ma è appunto qui il punto: chi può esercitare questa coercizione necessaria? In ogni caso credo che il tuo modo di vedere sia errato e che se tu vuoi intervenire, devi abbandonarlo. Dico ciò seriamente, perché conosco molto bene lo stato delle cose, per averle osservate attentamente. Io scriverò una lunga lettera a Giulia, che, per forza, dovrà assumere la forma della «dissertazione», anche se questa forma è odiosa: non vedo cosa potrei fare d'altro. D'altronde non si tratta di un fenomeno individuale; purtroppo è diffuso e tende a diffondersi sempre piú, come si vede dalle pubblicazioni scientifiche fatte in rapporto ai nuovi sistemi di lavoro introdotti dall'America. Non so se tu segui questa letteratura. È interessante anche dal punto di vista psicologico e sono interessanti le misure prese dagli stessi industriali americani come Ford, per esempio. Ford ha un corpo di ispettori che controllano la vita privata dei dipendenti e impongono loro il regime di vita: controllano anche i cibi, il letto, la cubatura delle stanze, le ore di riposo e anche faccende piú intime; chi non si piega, viene licenziato e non ha i 6 dollari di salario giornaliero minimo. Ford dà 6 dollari al minimo, ma vuole gente che sappia lavorare e sia sempre in condizioni di lavorare, che cioè sappia coordinare il lavoro col regime di vita.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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