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      Nel nostro processo appariva invece che il Masieri aveva commesso il reato e noi fummo condannati a 15 anni di reclusione come «mandanti», mandanti di un reato del quale il mandatario era stato assolto! Ma anche questa è una bazzecola, perché, come ti ho detto, il processo era politico, ossia, come disse il procuratore militare e come ripete la sentenza, noi fummo condannati per «mero pericolo», perché avremmo potuto commettere tutti i reati contemplati nel codice: che li avessimo o no commessi era cosa secondaria. Dunque lascia perdere la quistione del ricorso; l'importante era che esso fosse fatto, che cioè fosse acquisito agli atti del Tribunale Speciale che noi avevamo esperito tutte le istanze concesse dalla legge per protestare contro la condanna; credo che nessuno scontasse una qualsiasi speranza di effettiva revisione, io almeno non ci ho mai pensato e tanto meno ci penso oggi. - Cara Tatiana, non voglio ancora scrivere a Giulia; voglio prima ricevere una sua lettera e avere direttamente da lei notizie sulla sua salute. Del resto penso che tu continui a mandarle tutte le mie lettere, anche quelle che sono scritte a te personalmente. Se le invii anche questa, leggerà di questo mio desiderio, che risponde a una vera esigenza psicologica che non riesco a superare. Sarà perché tutta la mia formazione intellettuale è stata di ordine polemico; anche il pensare «disinteressatamente» mi è difficile, cioè lo studio per lo studio. Solo qualche volta, ma di rado, mi capita di dimenticarmi in un determinato ordine di riflessioni, e di trovare per dir cosí, nelle cose in sé l'interesse per dedicarmi alla loro analisi.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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