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      Per un certo tempo ci fu tutto un mistero, per me, e questo mi preoccupava. Perché? Perché temevo che a Milano, per il solo nome di Gramsci, la polizia ti avesse fatto qualche scherzo poco allegro, nonostante tutti i tuoi documenti e le tue opinioni e le informazioni della questura di Cagliari. So quello che dico e ho visto e sentito sulla mia pelle l'accanimento che questa polizia milanese ha spiegato contro di me e so che il Tribunale Speciale è intervenuto per farli smettere e il giudice istruttore insistette perché sporgessi una querela nelle sue mani. Ecco perché ero preoccupato.
      Ti ringrazio delle notizie che mi mandi. Mi dispiace tanto sentire che la mamma è ancora tanto debole: Teresina mi aveva scritto che da due giorni si era alquanto rimessa, ma nella tua lettera non c'è accenno a questo miglioramento. Capisco che si sia tanto affezionata a te, che le sei stato vicino piú degli altri figli e che ti preferisca, per aiutarla, alla stessa Grazietta, che non deve essere di umore sempre uguale.
      Ti ho spesso scritto d'informarmi se Nannaro, dopo la sua lettera da Namur, mi aveva scritto qualche altra volta; io non ho piú ricevuto un rigo, sebbene mi avesse fatto tante promesse durante il colloquio. Poiché da qualche lettera di casa appare che egli scrive di tanto in tanto, ti prego di scrivergli da parte mia, ponendogli la quistione: poche parole di spiegazione mi basteranno.
      A proposito del soccorso, per cui ti sei tanto amareggiato, date le tue condizioni di incertezza di lavoro, bisogna che ti faccia osservare che col luglio venturo entrerà in vigore il nuovo codice penale e quindi anche un nuovo regolamento carcerario, che probabilmente muterà notevolmente la situazione dei condannati.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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