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      Prega questo signore di essere un po' paziente per le mie richieste, ricordandogli che sono in carcere e perciò, per esempio, un numero del «Marzocco» o dell'«Italia letteraria» che conteneva articoli in continuazione e che non ricevo, diventa una piccola tragedia. Tragedia da carcerato, va bene, ma per cui ecc. ecc. Saluti.
     
      30 marzo
     
      Ancora un piccolo incidente di cui ti prego di avvertire il direttore della Libreria. Proprio oggi, in una rivista giunta nel plico, era scivolato un foglietto, che non ho naturalmente potuto vedere, ma che mi è sembrato, cosí all'ingrosso, come appartenente a uno dei block-notes in cui i commessi prendono appunto delle commissioni dei clienti. La cosa è molto spiacevole per me e ti raccomando di pregare il direttore perché avverta l'incaricato dei plichi perché fatti simili non si ripetano. È vero che nulla mi viene consegnato senza che prima abbia subito la piú accurata verifica, cosa per cui incidenti simili hanno un valore relativo. Tuttavia, io, come la moglie di Cesare, non voglio neppure essere sospettato. Ho tenuto finora, in quattro anni e mezzo, un contegno il piú corretto possibile, e solo ciò mi ha evitato, se non dei guai grossi, almeno dei dispiaceri che potevano essere abbastanza noiosi. L'ultimo di questi dispiaceri potevo averlo proprio a Turi nel novembre 1928 e fu evitato appunto solo perché la Direzione della Casa di Pena poté, in tutta coscienza, dimostrare che io ero tassativamente estraneo a un episodio successo poco prima nel Carcere di Bari; il commissario di polizia venuto da Bari per interrogarmi e tradurmi a Bari rinunziò anche all'interrogatorio formale.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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