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      Credo che tu e Grazietta vi siete completamente sbagliate sul significato delle osservazioni da me fatte a proposito di Mea. In primo luogo, io ho conosciuto Mea solo nel '24, quando aveva pochi anni e non sono certo in grado di giudicare le sue qualità e la saldezza di queste qualità. In secondo luogo e in generale, io evito sempre di valutare chiunque fondandomi su ciò che si suole chiamare «intelligenza», «bontà naturale», «prontezza di spirito», ecc., perché so che tali valutazioni hanno ben scarsa portata e sono ingannevoli. Piú di tutte queste cose mi pare importante la «forza di volontà», l'amore per la disciplina e per il lavoro, la costanza nei propositi, e in questo giudizio tengo conto, piú che del bambino, di quelli che lo guidano e che hanno il dovere di fargli acquistare tali abitudini, senza mortificare la sua spontaneità. L'opinione che mi sono formata, dalle parole di Nannaro e di Carlo, è appunto questa: che in Mea voi tutti trascurate di sollecitare l'acquisizione di queste qualità solide e fondamentali per il suo avvenire, non pensando che più tardi il compito sarà più difficile e forse impossibile. Mi pare che dimentichiate che oggi nel nostro paese all'attività femminile sono fatte condizioni molto sfavorevoli fin dalle prime scuole, come per esempio l'esclusione delle giovinette da molte borse di studio ecc, per cui è necessario nella concorrenza che le donne abbiano qualità superiori a quelle domandate ai maschi e una maggior dose di tenacia e di perseveranza.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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