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      Del resto questo discorso non è rivolto a te, quanto a Teresina, a Grazietta, a Mea, che appunto potrebbe scrivermi almeno qualche cartolina.
      Ho gustato molto la lettera di Franco e ho apprezzato i suoi cavallini, automobili, biciclette, ecc.: naturalmente, appena ciò mi sarà possibile, farò anche a lui un regalo per mostrargli che gli voglio bene e che sono sicuro che egli è un bravo e gentile ragazzino, anche se, come penso, qualche volta faccia delle monellerie. Spedirò a Mea la scatola dei pastelli, appena mi sarà possibile, ma non bisogna che Mea aspetti qualcosa di grandioso. Teresina non mi ha risposto a una domanda che le avevo fatto: se è arrivato il collo di libri e riviste che Carlo ha spedito da Turi il marzo scorso. Occorre che io sappia se questi libri e riviste vi danno fastidio, perché ne ho ancora decine e decine di chilogrammi da spedire, perché se devono andare dispersi tanto vale che, in parte almeno, li regali alla biblioteca del carcere. Naturalmente io penso che, in ogni modo, anche se danno incomodo nella ristrettezza di spazio di cui soffrite, essi potranno essere utili quando i bambini cresceranno; preparare loro una biblioteca familiare mi pare cosa importante. Teresina specialmente dovrebbe ricordare come si divoravano i libri nella nostra fanciullezza e come si soffrisse di non averne abbastanza a disposizione.
      Ma come spieghi che la malaria infierisca tanto nel centro del paese? O si tratta solamente di voi? Io penso che gli attuali reggitori del Comune dovrebbero fare le fogne cosí come i loro predecessori hanno fatto l'acquedotto: acquedotto senza fogne non può non significare malaria diffusa dove la malaria era già allo stato sporadico.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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