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      Non mi sono arrabbiato per la tua lettera arciscientifica perché essa mi ha semplicemente fatto sorridere e mi ha fatto ricordare una novella francese che non ti racconto perché tu davvero non ti arrabbi. Io ho sempre rispettato i medici e la medicina sebbene rispetti di piú i veterinari che guariscono animali che non parlano e non possono descrivere i sintomi del loro male; ciò li costringe ad essere molto accurati (gli animali costano denari, mentre gli uomini non costano nulla, mentre una parte degli uomini sono valori negativi) mentre i medici non sempre riflettono che la lingua serve agli uomini anche per dire bugie o per lo meno per esprimere impressioni fallaci. - Dunque, mi sono rimesso abbastanza (a proposito, non sono rimasto a letto mai neppure mezz'ora piú del solito e sono sempre andato al passeggio): la media della febbre è diminuita e piú di rado giunge a 37.2. Certo è legata (almeno empiricamente, non so se scientificamente) alla digestione. Per esempio, da qualche giorno, al mattino mangio 2 o 3 etti di uva; ebbene se appena levato ho la temperatura di 36.2, dopo mangiato l'uva la temperatura sale subito a 36.9. La mia impressione è che sto molto meglio e che mi rimetterò ben presto. - Vorrei rispondere qualche cosa alla tua lettera del 28 agosto, in cui accenni qualcosa al mio lavoro sugli «intellettuali italiani». Si capisce che hai parlato con Piero, perché certe cose può solo avertele dette lui. Ma la situazione era diversa. In dieci anni di giornalismo io ho scritto tante righe da poter costituire 15 o 20 volumi di 400 pp., ma essi erano scritti alla giornata e dovevano, secondo me, morire dopo la giornata.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Piero