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      - Le notizie sulla mia salute le potrai leggere nel foglio dedicato a Carlo. - Quanto allo schema dantesco credo che ti interesserà ben poco, tanto piú che è molto schematico e forse tu non comprenderai alcune allusioni a libri di eruditi. Ti abbraccio teneramente.
      Antonio
     
      (che tu sia stata a Turi nel Natale del 28 non è affatto un'affermazione gratuita, e che tu sapessi che fui molto debole in seguito risulta dai molti ricostituenti che mi hai spedito).
     
      215.
     
     
      28 settembre 1931
     
      Carissimo Carlo,
      ho ricevuto la tua lettera del 12 settembre. Non devi maravigliarti se non ti ho risposto la settimana scorsa, come avrei potuto; devo distribuire lo spazio tra i diversi miei corrispondenti. - I due libri che mi hai indicato sono ambedue degni di essere comprati, li conosco e posso indicarti le loro deficienze interne ed esterne. La Storia di Roma credo sia quella scritta non solo dallo Hartmann, ma anche dal Kromayer. È buona, quantunque sia antiquata e tradotta coi piedi (almeno la prima edizione). Un'altra deficienza grave è che inizia la storia da quando esistono documenti e quindi tace completamente sui primi secoli detti «leggendari». La storiografia piú moderna non è cosí rigorosa e bigotta a proposito dei documenti materiali: del resto già Goethe aveva scritto che bisognava insegnare tutta la storia di Roma, anche la leggendaria, perché gli uomini che avevano inventato quelle leggende erano degni di essere conosciuti anche nelle leggende inventate. Ma la verità è che molte leggende si sono dimostrate, piú modernamente, non essere affatto leggende o avere almeno un certo nucleo di verità, per le nuove scoperte archeologiche o per i ritrovamenti di documenti epigrafici ecc.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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